domenica 16 giugno 2013

Introduzione al blog

Cominciando con una breve premessa ho parlato, in questo blog, di vari aspetti della guerra:

Sono partito da argomenti più leggeri come "If it was a painting", dove immagino il tema del blog rappresentato da un famoso quadro, passando per "Le copertine e il tema della guerra", per "La guerra e i francobolli" e creando infine un "Abecedario". Questi post vanno visti più come esercizi, come metodi per pensare al tema scelto in modo più originale e per prendere spunti su post successivi.

Come "Test Rig" ho usato il libro "Un Anno sull'Altipiano" e da esso ho tratto vari spunti e citazioni per trattare argomenti come:
Arte e storia della Cartografia;
Evoluzione delle razioni e Il cibo in "Un anno sull'Altipiano";
L'inevitabilità della guerra e l'illusione della pace;

Ho affrontato anche lati propriamente più tecnici come:
Camouflage, dove parlo dell'uso delle mimetiche nei primi anni del '900 e la loro origine;
Armi atomiche e deterrenza nucleare con un approfondimento sulla famosa foto "Earthrise";

In ogni post ho sempre cercato di creare il numero più grande possibile di link esaustivi ad altre pagine, compresi i blog dei miei colleghi, di trarre citazioni dal libro letto e di non creare mai post troppo lunghi per renderli più "digeribili" a chiunque abbia voglia di leggerli.
Se questo post segna la fine del blog, inteso come lavoro utile e interessante da affiancarsi al corso di "Storia della Tecnologia" tenuto dal professore Vittorio Marchis, io non mancherò di creare altri post per chiunque abbia voglia di leggerli.
Per altri blog come questo, creati dai miei colleghi, ma con temi differenti, vi riporto a questa pagina.

Earthrise



"This capture, taken by astronaut William Anders of the 1968 Apollo 8 mission to the moon, has been deemed “the most influential environmental photograph ever taken,” by nature photographer Galen Rowell. The photo was so influential that when it was originally published, it helped inspire the formation of the United States’ Environmental Protection Agency (EPA) in 1970. Since then, the photo has a served as a symbol of mankind’s unity; a reminder that although we come from "all corners of the world," we still all come from the world, our beloved Earth.

An illuminated Earth resting alone in the void of space shows just how secluded and precious our planet truly is. The image exemplifies that although we are most likely not alone in this universe, we are definitely far, far away from other celestial bodies, given the technology that existed in 1968 and also our current means of technology.

Earthrise shows that we are delicate, unique creatures living on a delicate and unique planet. Carl Sagan once said, “Every one of us is, in the cosmic perspective, precious. If a human disagrees with you, let him live. In a hundred billion galaxies, you will not find another.” Just as he was commenting on mankind, this idea can also be attributed to the existence of Earth. Though there may be planetary bodies that are similar to ours, Earth is, in the cosmic perspective, precious."

--Pete D

Photo Credit:
William Anders, NASA
References:
1. http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_102.html
2. http://blog.epa.gov/blog/2009/07/science-wednesday-earthrise/
3. http://www.carlsagan.com/


sabato 15 giugno 2013

Armi atomiche e deterrenza nucleare

6 Agosto 1945, ore 8:16, viene scanciata la bomba atomica  "Little Boy" sulla città giapponese di  Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno "Fat Man" su Nagasaki. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dagli ordigni, per le implicazioni etiche comportate dall'utilizzo di un'arma di distruzione di massa e per il fatto che si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi, i due attacchi atomici vengono considerati gli episodi bellici più significativi dell'intera storia dell'umanità.

Hiroshima dopo il bombardamento
Questi ordigni vennero creati grazie al "Progetto Manhattan". La direzione scientifica del Progetto venne affidata al fisico Robert Oppenheimer e il coordinamento gestionale-amministrativo fu affidato con pieni poteri al Generale Leslie Groves, Uno dei direttori tecnici di tale progetto fu il famoso fisico italiano Enrico Fermi.



La reazione nucleare a catena indotta da neutroni, in una massa di 235U avviene secondo uno schema di questo tipo:
235U + n → 236U "instabile" → 141Ba + 92Kr + 2/3 n + 211,5 MeV


La quantità di energia rilasciata dalle reazioni nucleari è molto più grande di quella delle reazioni chimiche in rapporto alla quantità di materia coinvolta. L'energia di legame all'interno dei nuclei (interazione forte) è molto più intensa di quella che lega tra loro gli elettroni esterni di due atomi. L'energia di legame all'interno dei nuclei è una misura di massa. Nel principio di equivalenza E=mc², poiché il secondo termine dell'uguaglianza è una grandezza enorme (a causa del valore della costante "c", la velocità della luce nel vuoto, pari a 299 792 458 m/s) l'energia "E" risulta enorme in confronto ad una piccola massa "m".

La potenza distruttiva però non è l'unica grande peculiarità di questa arma. Anzi, sarebbe meglio dire che proprio la sua grande potenza distruttiva gli conferisce un potere ancora più grande. Quello della deterrenza.

« Deterrence is the art of producing in the mind of the enemy... the fear to attack. »
(Dottor Stranamore, Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba)
In particolare, le deterrenza nucleare sarà la causa della Guerra Fredda. Temendo un nuovo conflitto mondiale, temendo un conflitto nucleare, temendo l'estinzione, dispute ideologiche tra super potenze, come quelle fra USA e Russia, si sono risolte in campo tecnologico, o con sostegni per conflitti locali ad una fazione o ad un'altra. Quale esempio migliore della corsa allo spazio che iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico il 4 ottobre 1957.

I razzi Sojuz sovietici come quello rappresentato
sopra divennero i primi mezzi affidabili per
raggiungere l'orbita terrestre
Fra i traguardi più alti raggiunti da questa corsa ricordiamo:

Il primo uomo nello spazio:
Il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin divenne il primo essere umano a raggiungere lo spazio quando entrò in orbita terrestre sulla navetta Vostok 1 il 12 aprile 1961, un giorno che viene ricordato ancora oggi in Russia come festa.

Il primo uomo sulla Luna:
La missione Apollo 11 fu la prima a portare un essere umano sulla superficie della Luna il 20 luglio 1969. Fu anche la quinta missione con equipaggio del programma Apollo. (NASA - USA).
Apollo 11 fu stato lanciato con successo da un razzo Saturn V partito dal Kennedy Space Center il 16 luglio 1969 alle 09:32:00 ora locale ed entrò nell'orbita 12 minuti dopo.

L'equipaggio dell'Apollo 11 era composto da:
Neil Armstrong, comandante e primo uomo a camminare sulla Luna
Michael Collins, pilota del modulo di comando
Buzz Aldrin, pilota del modulo lunare

Appena atterrati sulla superficie del nostro satellite, Neil Armstrong dirà la famosissima frase:
« Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l'umanità. ».

Come se le implicazioni tecnologiche di tale traguardo non fossero abbastanza, durante le missione venne anche scattata questa foto:

Earthrise

Quelle frasi, queste foto, ispireranno una generazione di sognatori in tutto il mondo.

Ma, come ho già detto, non era un periodo di pace, ma di guerra. Le tensioni quindi non mancarono e minacciarono di far scoppiare un conflitto molto più "caldo". La massima tensione si ebbe per la crisi missilistica di Cuba.

Ecco però che entrano in gioco vari trattati per la riduzione delle armi, come gli accordi SALT e START.

Tornando a parlare del presente, il mondo non è privo di conflitti, tutt'altro. Il Medio-Oriente è teatro di sanguinosi scontri e rivolte di cui sentiamo parlare puntualmente nei TG. Però il potere deterrente delle armi nucleari ha scongiurato un grande conflitto e ha anche portato risvolti positivi. Questo a testimonianza che, sebbene non faccia parte degli istinti dell'uomo, combattere guerre fredde è possibile e magari anche meno nocivo. 

Una pace mondiale e duratura e difficile da immaginare, ma non fa male pensare che nonostante tutto sia possibile, anche ad alti costi.

domenica 9 giugno 2013

L'inevitabilità della guerra e l'illusione della pace

Nel XXV capitolo de "Un Anno sull'Altipiano" degli ufficiali discutono su di un "ammutinamento" avvenuto qualche ora prima e velocemente represso.
Uno di essi in particolare si trova in disaccordo con quanto detto, mostrando il suo odio verso quella guerra, con frasi come:
OTTOLENGHI: "Ufficiale o soldato, io sono sempre obbligato a fare il militare. E poiché non vi è scampo, la guerra io preferisco farla da ufficiale."
AVELLINI: Tu hai prestato giuramento, come ufficiale. O le cose che tu dici, non le dici sul serio, oppure il giuramento che hai prestato non è serio.
OTTOLENGHI: Ben inteso, non è serio. Da ufficiale o da soldato è giocoforza giurare, sia con giuramente individuale o collettivo. Se io non giuro da ufficiale, debbo giurare come soldato. Ed è lo stesso. Le leggi del nostro paese non dispensano che i cardinali e i vescovi dal servizio militare. Il giuramento non è che una formalità alla quale siamo costretti dal servizio militare obbligatorio.
[...]
OTTOLENGHI: Oseresti sostenermi che, se mi prende con la forza contro ogni mia volontà, con le armi alla mano, e mi si impone di giurare, io i disonoro, se giuro con il proposito di non osservare il giuramento?
Dopo che l'ufficiale Ottolenghi ha illustrato la sua idea di combattere contro il potere e marciare fino a Roma:
COMANDANTE DELLA 10: Se tu farai marciare l'esercito a Roma, credi tu che l'esercito tedesco e quello austriaco resteranno fermi in trincea? O credi che, per far piacere al nostro governo del popolo, i tedeschi rientreranno a Berlino e gli austro-ungarici a Vienna e a Budapest? [...] Se non ci fossimo opposti agli imperi centrali, oggi, in Italia e in Europa, marceremmo tutti a passo d'oca e a suon di tamburi.
[...]
Le ragioni ideali che ci hanno spinto alla guerra son venute forse a mancare perché la guerra è una strage? Se noi siamo convinti che dobbiamo batterci, i nostri sacrifici sono compensati. Certo, noi siamo tutti stanchi e i soldati ce lo hanno proclamato ad alta voce oggi. Ciò è umano. A un certo punto, ci si scoraggia, si pensa solo a noi stessi. L'istinto di conservazione ha il sopravvento. E la maggior parte vorrebbe veder finita questa guerra, finita in qualsiasi modo, perché la sua fine significa la sicurezza della nostra vita fisica. Ma, è ciò sufficiente a giustificare il nostro desiderio? Se così fosse, un pugno di briganti non ci avrebbe perennemente in suo arbitrio, impunemente, solo perché noi abbiamo paura della strage? Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l'ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza?
Da questo scambio di battute si possono scorgere diversi temi interessanti. Uno fra tutti la leva obbligatoria. I soldati erano letteralmente costretti alla vita militare, abbandonando tutti gli affetti. A lungo si potrebbe discutere su i pro e i contro di una leva obbligatoria. Ma ciò che maggiormente mi preme è l'obbligatorietà della guerra. Come afferma il Comandante della 10, certe volte bisogna andare in guerra, per "difendere la moralità delle proprie idee, anche a rischio della vita".
Se siamo costretti a scendere in guerra per difendere i propri ideali, ciò in cui si crede, e ancor di più le persone che amiamo, si può davvero dire che la guerra sia evitabile? Per rispondere a tale domanda si dovrebbe scavare a fondo nell'animo degli essere umani, chiedersi perché tali azioni sono state necessarie, perché qualcuno ha messo in pericolo la "pace"? E ancora, perché queste dispute si tentano di risolvere ancora oggi sul campo di battaglia?
Queste domande non sono di facile risposta. Persino la pace sopraggiunge soltanto dopo un periodo di guerra. Il primo testo nella storia riguardante un trattato di pace è il Trattato di Qadeš, stipulato tra egiziani e ittiti, dopo la conclusione di un sanguinoso conflitto che non si era potuto risolvere sul campo di battaglia in quanto i due eserciti si eguagliavano in numero e in abilità.
Detto questo, rimane da chiedersi se una pace eterna possa veramente esistere e, se la risposta fosse positiva, a che prezzo la si otterrebbe.

Nel videogioco "Metal Gear Solid: Peace Walker" si parla molto di questo tema.
Fra i personaggi principali troviamo Paz (letteralmente traducibile in "pace") che dirà , nella parte finale del gioco:

"When all is said and done, peace is nothing but a fantasy! A game's a game! You either win, or you lose! All you can do is fight!"

Paz's title card in Peace Walker


venerdì 7 giugno 2013

Tiriamo le prime somme

Essendo vicino al "completamento" del blog è ora di fare un breve excursus di cosa è stato fatto e di quel poco che manca da fare.

Il tema principale del blog è ovviamente la guerra. Essa ha molte sfaccettature, tecnologiche e non. Io, tra i vari post ho approfondito:

La relazione tra guerra e cibo: parlando dell'evoluzione delle razioni e della tecnologia che ha portato all'uso di celle per il mantenimento del cibo a temperature inferiori allo 0°C.
Ho fatto anche delle citazioni all'uso delle razioni e al cibo in generale traendole dal libro "Un anno sull'Altipiano", come in questo post.

La relazione tra uomo e soldato, tema a me caro, che avrò modo di riprendere in post futuri.

Ma anche aspetti più pratici della guerra come la cartografia, l'evoluzione delle mimetiche o il passaggio dal trabocco al cannone.

L'ultima tema da affrontare è quello di analizzare come si sia evoluta in generale la guerra e, sopratutto, cosa possiamo aspettarci dal futuro.

Dal trabocco al cannone


Il "trebuchet", o trabocco, è una delle macchine da guerra più gigantesche sviluppate nel Medioevo. Funzionante come una fionda e mossa per l'azione di un contrappeso, poteva anche far ricorso all'azione di balestre e della forza umana per vincere l'attrito del proietto sul piano, nella prima fase di lancio. La macchina poteva raggiungere un'altezza di 10-15 metri ed era in grado di scagliare massi di alcuni quintali a più di 200 metri di distanza. (de Viollet-le-Duc, 1978)
Il trabocco non cambiò soltanto il significato della parola assedio nel Medioevo, ma spinse governanti a far costruire mura sempre più alte, in modo tale da respingere i giganteschi massi, o peggio carcasse in via di putrefazione, lanciate dai trabocchi. Villard de Honnecourt descrisse un dispositivo atto a migliorarne l'efficienza, ossia una sorta di arco a balestra che, teso con un argano, fornisce, nella prima parte della corsa della fionda a contatto con il terreno, una forza supplementare.

Pagine del Livre de portraiture di Villard
de Honnecourt sul trabocco

Per quanto esso fosse un'arma molto potente e micidiale, venne completamente sostituito da un'altra tecnologia: il cannone.


Dopo il suo avvento cominciarono a comparire mura decisamente più basse ma, in compenso, più spesse, capaci quindi di sostenere l'immane potenza di un impatto con qualunque cosa uscisse dal cannone.



Storicamente i cannoni erano costituiti da una bocca da fuoco dotata di due protuberanze laterali dette "orecchioni", tramite le quali essa veniva "incavalcata" sull'affusto. L'affusto era dotato di apposite ruote per i pezzi "da campagna" destinati alla guerra di movimento. Gli orecchioni erano disposti all'incirca sul baricentro della bocca da fuoco per ovvi motivi di stabilità. Questa disposizione permetteva una scarsa escursione in elevazione che però era sufficiente al tiro diretto a corta distanza, unica possibilità di allora.
Nel corso del XIX secolo i cannoni ebbero un'evoluzione che li portò alla morfologia attuale, in pratica si trattò di tre modifiche che, nei confronti dei cannoni dell'inizio del secolo, furono rivoluzionarie:
  • miglioramento dei materiali: da bronzo e ferro ad acciaio e ghisa e successivi affinamenti dell'acciaio
  • passaggio dall'avancarica alla retrocarica
  • passaggio dalla canna ad anima liscia alla canna rigata
Questi tre fattori, assieme a decisivi miglioramenti delle polveri da sparo, ebbero come conseguenza:
  • maggiore gittata
  • maggiore celerità di tiro
  • maggiore precisione del tiro

Questo è un chiaro esempio di come, di pari passo con l'evoluzione tecnologica delle armi, si evolva anche la tecnologia di "difesa" dalle stesse. Ritengo però che si sia arrivati in un punto della storia in cui queste difese sono totalmente inutili contro un certo tipo di armi devastanti, quali gli ordigni nucleari. Forse questo è un ennesimo motivo atto a spiegare il perché si sia evitato, fino ad oggi, lo scoppio di un nuovo conflitto mondiale.