mercoledì 15 maggio 2013

Il cibo in "Un anno sull'Altipiano"

In molte occasioni il cibo fa capolino tra le pagine di questo libro. Con mia sorpresa, però, si trovano molti più riferimenti al liquore, quale il cognac, piuttosto che al cibo vero e proprio.
Uno dei tanti riferimenti lo troviamo a pag. 38:

"Il colonnello si alzò. Il suo viso pallido si illuminò di un sorriso. Da un mucchio di carte, tirò fuori un libro. Me lo agitò di fronte agli occhi e mi chiese:
-Che libro è? Indovini. Che libro?
-Il regolamento sul servizio in guerra, - dissi io, senza convinzione, cercando di leggerne il titolo.
-Io, il servizio in guerra! Ma lei è matto. Indovini dunque.
Capii che si trattava di un libro attuale, in rapporto alla sua predilezione.
-Bacco in Toscana,- dissi.
-No, ma si avvicina.
-Anacreonte.
-No.
Io cercavo un altro nome di illustre bevitore. Il tenente colonnello mi mise la testata sotto gli occhi. Io lessi: L'arte di prepararsi i liquori da se stessi.-Capirà, - spiegò. - Con questa maledetta guerra in montagna, non possiamo trasportare con noi neppure due bottiglie. Così, io posso prepararne quante ne voglio. Lo so, c'è una bella differenza fra l'alcool distillato e quello in polvere. Ma meglio così che niente.
-Arte rara, - dissi io.
-Rara, - ripeté il colonnello. - Mi creda, vale l'arte della guerra.
A Monte Fior, il combattimento infuriava."

Ben lungi dalle situazioni che, a mio modesto parere credo tutti, ci siamo immaginati sin da bambini, studiando la Grande Guerra, il ritratto che l'autore ci trasmette è quello di comandanti ubriachi, incapaci di comandare. Dalle pagine di questo libro si evince quanto l'alcool, per molti soldati, sia stato il vero, e forse, unico carburante per quella tremenda guerra.

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